Sforziamoci di alleggerire l’informazione mediatica


 

   Rubrica “Incontri” a cura

del giornalista Salvino Cavallaro

 

In questo periodo storico in cui il tema Covid prevale su tutto il resto dell’informazione mediatica, spesso mi sono chiesto quanto sia davvero importante aggiornare la comunicazione sulla situazione dei dati e leggere, ascoltare e vedere in Tv gli innumerevoli pareri di virologi, specialisti di malattie infettive e soloni della scienza. Sì, perché penso quanto sia irriverente continuare a esagerare con l’inoltro di quanto sia realmente allarmante il momento in ambito della salute pubblica. E’ come continuare a inserirsi inopportunamente nei meandri delle ansie, delle paure di certe angosce che fanno emergere tutta la fragilità umana. E allora qual è il metodo giusto di informare correttamente con dati attendibili, se non quello di misurarsi costantemente con il senso dell’equilibrio. Le giuste misure da rispettare tra distanziamento, mascherine, lavarsi costantemente le mani, igienizzare ogni cosa che tocchiamo, i vari lockdown prima nazionali e oggi suddivisi tra Regioni con distinguo tra rossi, arancioni e gialli, sono già di per sé considerati vincoli necessari di parziale perdita della propria libertà personale. Ma se è vero, com’è vero, che rispettare i DPCM dello Stato suggeriti dagli indicatori di un RT allarmante nei dati trasmessi dai presidenti delle varie Regioni d’Italia sia doveroso seguire attentamente, è altresì vero che il continuare a persistere oltremodo sull’informazione straboccante sul tema Covid sia deleterio per le persone più fragili. Non nascondere l’evidente gravità del momento, non significa esagerare nell’organizzare salotti televisivi di vetrina per interlocutori che desiderano farsi pubblicità nella “guerra” accanita tra professionisti, in cui ciascuno ritiene di vendere la propria verità assoluta. E’ un massacro per milioni di spettatori e lettori che in questi mesi del 2020 hanno visto e letto miriadi di informazioni, talora derivanti anche da social propagandistici carichi di fake news. Ebbene, credo davvero, pur difendendo la categoria cui appartengo, che si debba necessariamente trovare a livello di trasmissione mediatica delle nuove idee capaci di apportare un’informazione online, televisiva e della carta stampata, che possa in qualche modo alternarsi con temi più leggeri, supportati magari da un linguaggio meno invasivo di quanto drammaticamente non si faccia oggi. Non so, penso ad esempio a pagine che ridiano spazio alla cultura, alla storia, alla moda, all’arte, all’enogastronomia, con accenti più concreti alla vita delle città in cui si vive, descrivendo innegabili malinconie, ma sottolineando il desiderio profondo nella ripresa di una vita che ci vedrà inevitabilmente diversi da prima. E poi la gente, tutti noi che abbiamo voglia di non essere appesantiti dai problemi economici e dal disfacimento di ciò che si delinea nel panorama europeo e mondiale a livello finanziario e disoccupazione. “La salute è la prima cosa davvero importante da salvaguardare”, questa è la frase che ripetiamo e ascoltiamo da sempre. Se solo riuscissimo ad essere più coerenti con l’essenza di queste parole, allora capiremmo quanto è importante non incrementare il terrore su ciò che sarà.

Salvino Cavallaro      

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